Accise alcolici

Ciascuno stato membro dell’Unione Europea stabilisce in maniera autonoma le aliquote doganali, tuttavia ci sono importanti novità introdotte nel 2022. Quando si parla di prodotti di largo consumo, tra cui l’alcol e derivati, che sono realizzati all’interno dell’Unione Europea, bisogna considerare le accise, intese come imposte sulla loro fabbricazione. Le accise alcolici sono stabilite da ciascuno stato europeo in modo autonomo e, nel caso d’importazione, sono considerate veri e propri oneri riscossi quando sono poste in essere le operazioni doganali. Esistono depositi doganali e depositi IVA nei quali è possibile stoccare la merce non comunitarie senza assoggettarle ai dazi d’importazione e all’IVA. È il caso, ad esempio, del Gruppo Martino Parisi, www.martinoparisi.com, Casa di Spedizioni Internazionali e operatore doganale abilitato e riconosciuto al deposito doganale e al deposito fiscale IVA.

Relativamente le accise alcolici per gli scambi tra stati dell’Unione Europea esistono dei regolamenti da prendere in considerazione. Per l’Italia, ad esempio, la normativa prevede il Testo Unico sulle Accise in base alla normativa comunitaria. Tutte le bevande alcoliche negli scambi commerciali devono essere accompagnate dal cosiddetto Documento Accompagnamento Accise, DAA, che comprova l’esportazione della merce. Quando il prodotto ha un’accisa già versata nel Paese di partenza, allora è compilato il Documento Accompagnamento Semplificato, DAS.

Per le vendite di bevande alcoliche, altra cosa da tenere in considerazione, è che tali prodotti devono essere stoccati in determinati depositi fiscali accise che devono emettere il DAA. Per il nostro paese, i controlli su tutti i prodotti passivi di accise sono preposti dagli Uffici Tecnici di Finanza che sono accorpati agli uffici doganali.

Accise alcolici: quando e chi deve pagarle

Per le accise alcolici la normativa comunitaria stabilisce su quali prodotti devono essere applicate e le aliquote minime da applicare. Tutte le altre regole possono essere fissate da ciascuno Stato in via del tutto autonoma. L’aliquota, inoltre, fa riferimento a determinati quantitativi che, nel caso dell’alcol, può riguardare l’ettolitro o il grado alcolico.

L’accisa sull’alcol è pagata in linea generale quando il prodotto è realizzato o importato nei confini europei. Può essere sospesa e, quindi, pagata solo quando il bene è distribuito al suo utilizzo. I diritti di accisa, invece, non devono essere pagati quando il prodotto viene distrutto o smarrito prima del suo utilizzo.

Accise alcolici

I soggetti che hanno l’obbligo di pagare l’accisa sull’alcol e bevande alcoliche sono classificabili in due categorie:

  • coloro che sono riconosciuti quali depositari autorizzati per la realizzazione, lavorazione, stoccaggio, spedizione o ricezione dei prodotti;
  • il mittente, il destinatario o una terza persona vista come garante per la circolazione del prodotto;
  • coloro che effettuano l’importazione dei beni nell’ipotesi di mancata sospensione dell’onere.

Non sono, inoltre, tenuti a pagare l’accisa alcolici determinati territori dell’Unione Europea come le Isole Canarie, la Groenlandia, Livigno, Campione d’Italia e altri Stati in base a quanto stabilito dalla regolamentazione comunitaria.

Le accise alcol, così come l’Iva, sono incluse nel prezzo al pubblico e, per il consumatore finale, non bisogna pagare null’altro. Inoltre, se acquistati per uso personale, ciascun cittadino non è sottoposto a limitazioni particolari per il quantitativo da comprare sempre all’interno dell’Unione Europea. Quello che il centro assistenza doganale controlla, tuttavia, è la quantità massima che si può acquistare per uso personale. Ciascuno Stato stabilisce il tetto massimo in modo autonomo, rispettando però il vincolo minimo di 10 litri di superalcolici, 20 litri di vino alcolizzato, 90 litri di vino, 110 litri di birra.

Accisa alcolici Italia: le novità introdotte dalla legge di bilancio 2022

Con la nuova legge di bilancio 2022 sono state introdotte importanti novità per le accise alcolici. Prima di tutto, per le birre sono state introdotte delle riduzioni temporanee nella misura di:

  • dal 40 al 50% per il 2022 per la birra prodotta dai microbirrifici artigianali;
  • riduzioni dell’onere doganale per il 2022 per i birrifici artigianali con produzione annua sino a 60.000 ettolitri;
  • riduzione dell’accisa generale sulla birra ricalcolata in € 2,94.

La direttiva europea 2020/1151/UE ha introdotto ulteriori novità che riguardano:

  • nuova definizione dell’alcol denaturato e la sua circolazione;
  • determinazione di una nuova ridotta sulla birra, aumentando la gradazione di quella a bassa gradazione dal 2,8% al 3,5%
  • definizione del vino spumante e bevande fermentate;
  • riduzione dell’accisa per il vino prodotto da piccole distillerie.

I soggetti obbligati a pagare l’accisa alcolici possono accedere alla rateizzazione del debito di accisa nell’ipotesi in cui esercitino in comprovate difficoltà economiche. È inoltre necessario che le rate esauriscono il debito entro l’anno di riferimento in cui i beni sono immessi in consumo. Il pagamento degli oneri doganali in generale possono essere pagati con strumenti tracciabili ed elettronici, quali software e sito internet dell’Agenzia delle Dogane.