Protesi peniene

Le protesi peniene sono dispositivi medici impiantati chirurgicamente all’interno dei corpi cavernosi del pene. Servono a ristabilire le normali funzionalità erettili dell’organo esterno riproduttivo maschile. Sono molto utili ed efficaci. Si tratta di una terapia chirurgica molto efficiente che riesce a risolvere i problemi legati all’erezione, in moltissime situazioni. Quando un uomo si trova nella condizione tale da non riuscire ad avere e/o mantenere un’erezione, può, sotto consiglio di un esperto urologo, come ad esempio il Dottor Andrea Cocci www.andreacocci.com, decidere di seguire la strada del trattamento chirurgico. Si tratta di un campo di ricerca e di studi che, negli ultimi decenni, ha fatto notevoli pregressi. I materiali utilizzati e le tecniche impiegate, si sono perfezionate, per ottenere risultati sempre più soddisfacenti, in un sempre maggior numero di casi.

Protesi peniena: quando ricorrervi

Molti casi in cui l’erezione naturale del pene non è possibile totalmente o parzialmente, è possibile quindi ricorrere ad un impianto di protesi peniene:

  • quando, ad esempio, l’impotenza è dovuta a complicate vascuolopatie artero-venose cavernose
  • in presenza di degenerazione fibrosa dei corpi cavernosi (induratio penis plastica)
  • severi e molteplici fattori di rischio vascolare
  • quando non è possibile ricorrere ad un trattamento farmacologico con farmaci inibitori delle PDE5, oppure con
  • quando i pazienti non accettano o non rispondono alle iniezioni vasoattive PGE1
  • in caso di cardiopatici che fanno uso di nitroderivati

In tutti questi casi e in molti altri, è quindi possibile e consigliabile ricorrere ad una protesi peniene. Questa ristabilisce le normali funzioni erettili all’organo, lasciandogli un aspetto del tutto naturale. Le cicatrici dovute all’intervento, sono praticamente impercettibili, perché molto piccole e soprattutto celate dalla naturale ricrescita dei peli pubici. Se l’intervento è eseguito a regola d’arte, molti partner possono addirittura non rendersi conto dell’impianto, per moltissimi anni.

Protesi peniene

Tipologie e caratteristiche delle protesi

Grazie a studi e ricerche il settore delle protesi peniene si è notevolmente evoluto negli ultimi 50 anni. Oggi le tecniche utilizzate sono più efficaci e veloci e i materiali utilizzati durano decisamente di più rispetto al passato. Gli impianti quindi sono molto più efficaci e durevoli nel tempo.

Esistono diverse tipologie di protesi, raggruppabili in:

  • protesi peniene malleabili
  • idrauliche

Protesi peniene malleabili

Questa tipologia di protesi è stata la prima ad essere inventata e testata negli anni ’50. Tutt’ora in auge, è molto efficace e riporta ottimi risultati, durevoli nel tempo. Consiste nell’inserimento di due cilindri in silicone semi rigido, ricoperti da uno strato di silicone morbido, all’interno dei corpi cavernosi del pene. Con questa tecnica il fallo rimane sempre in posizione semi eretta. Una condizione che è comunque facilmente mascherabile.

Protesi peniene idrauliche

Sono tra gli impianti utilizzati maggiormente. Discrete (lasciano infatti al membro un aspetto più naturale, a differenza delle protesi peniene malleabili), efficaci e durevoli nel tempo. Sono composte da tre diversi elementi:

  • serbatoio pre-riempito con soluzione fisiologica – inserito dietro la parete addominale
  • due cilindri gonfiabili – inserito dentro i corpi cavernosi del pene
  • micro pompa e pulsante per attivazione/disattivazione – installata nello scroto, tra i testicoli, per mascherarla al meglio

L’erezione del membro è resa possibile solo attraverso l’intervento manuale e quindi su richiesta del paziente e opportuna sollecitazione erotica.

Protesi peniena: le fasi dell’operazione

Nelle sei ore antecedenti l’intervento, il paziente non deve mangiare, fumare o bere alcolici. Le condizioni di salute del paziente devono sempre essere discusse con il medico chirurgo che eseguirà l’operazione. A questo è demandata la decisione di far assumere o meno eventuali farmaci al paziente da operare. Infatti, in alcuni casi, potrebbe essere utile sospendere temporaneamente l’assunzione di certi farmaci. Una sospensione necessaria anche diversi giorni prima dell’intervento stesso. Anche la ripresa della terapia farmacologica è sottoposta al vaglio dell’urologo o dell’andrologo che ha operato.

L’intervento è eseguito in anestesia generale o dorsale. Poco prima dell’operazione al paziente è inserito un catetere, che verrà successivamente rimosso il giorno seguente. Eseguita l’anestesia, il chirurgo esegue una piccola incisione nella parte alta del pube, all’attaccatura del pene, oppure tra pene e scroto. Con l’incisione, sottile, ma profonda, sono scoperti i corpi cavernosi del pene.

All’interno di questi ultimi sono quindi inseriti i due cilindri gonfiabili. Successivamente poi sono installati anche serbatoio e pompa. Terminata l’installazione il chirurgo sutura l’incisione, pulisce le ferite e applica un bendaggio compressivo. L’impianto penico  è lasciato gonfio per qualche giorno, da alcuni chirurghi. Altri invece preferiscono drenare il liquido trascorsa una giornata solamente.

Tempi di recupero e ripristino delle normali funzioni

L’operazione è fatta in day hospital. Irritazione, dolore e gonfiore possono presentarsi per alcune settimane. L’incisione eseguita potrebbe anche causare qualche piccola perdita nei giorni immediatamente successivi all’operazione.

Dopo 4-8 settimane possono essere riprese le normali attività, comprese quelle sessuali. Durante il periodo di recupero è consigliato non fare attività fisica, sollevare pesi maggiori di 5 kg, non andare in bicicletta e fare bagni termali o saune.